Sentiero Erba Irdes (o Erba Birdes)
Si ipotizza di partire da Fonni (NU) e, nel bivio che si trova nella periferia orientale del paese, si prende la strada per Desulo (NU).
Dopo aver superato la deviazione per monte Spada/Bruncu Spina si arriva all'incrocio del Passo, o Arco, di Tascusì. Ovviamente, coloro che dovessero trovarsi a Desulo (NU), ad Aritzo (NU) o a Tonara (NU) non faranno altro che raggiungere il su citato Passo di Tascusì.
Qui si svolta a sinistra, dove un cartello indica la direzione per le piste sciistiche. Percorsi circa sei chilometri, la strada termina, proprio in prossimità delle piste sciistiche, nel parcheggio di un rifugio di montagna (attualmente in funzione). Si può lasciare qui l'auto ed iniziare l'escursione da questo punto. In alternativa, al quarto chilometro dal bivio (due chilometri prima del rifugio) in corrispondenza di un vasto parcheggio alla nostra sinistra, individuabile anche per la presenza di due piante di rovere secolari, troviamo sulla destra, il vero inizio del sentiero. Questa variante allunga il percorso di un chilometro.
Questo sentiero prende il nome dalla Punta Erba Irdes (quota 1676 metri s.l.m.) dalle cui pendici parte il percorso che porta all'Arco di Gennargentu, e da qui a Punta La Marmora.(Si era scelto di denominare questo sentiero come Erba Irdes in base al toponimo IGM ma è giusto precisare che dalle persone del posto la cima è chiamata Erba Birdes, cioé "Erba Verde").
Esso si snoda per la maggior parte del tragitto parallelamente al Sentiero Bruncu Spina, ma è più lungo, circa sette chilometri per raggiungere Punta La Marmora, otto se segue la summenzionata variante. Tuttavia è più agevole, senza forti dislivelli e ben curato. Ci sono coraggiosi che lo percorrono in bicicletta, normalmente fino all'Arco di Gennargentu, ma alcuni fino a Punta La Marmora (guardare le foto per credere!).
Partendo dal rifugio montano ci si ricollega con il sentiero che inizia presso le due piante di rovere, che passa ad una quota superiore, e si va verso sinistra passando a monte delle piste da sci.
La prima parte del percorso è in realtà una carrareccia, tuttavia consiglio di percorrerla a piedi essendo, tra l'altro, anche piuttosto stretta.
Camminando senza far deviazioni si arriva all'Arco di Artilai, che separa il Bruncu de Maide, nelle cui pendici si è finora snodato il percorso, dal Bruncu Spina.
Dall'Arco di Artilai si diramano altri tre sentieri. Quello di destra conduce verso il Rifugio La Marmora (ed è quello che dobbiamo percorrere noi), il centrale porta direttamente verso la cima del Bruncu Spina, ovviamente con un forte dislivello, inoltre è poco visibile, per cui mi permetto di sconsigliarlo. Quello a sinistra (l'unico non segnalato dai cartelli presenti nell'Arco) sale più dolcemente e permette di raggiungere la cresta del Bruncu Spina ad una quota di circa 1700 metri, ove incontra la strada sterrata che proviene dal versante orientale. Devo però segnalare una piccola difficoltà, nell'ultimo centinaio di metri, il sentiero tende perdersi. A questo punto basterà girare a destra e salire decisamente verso la cresta che si trova a poche decine di metri da noi, su un sasso è pure tracciata con della vernice una freccia color azzurro che indica di puntare verso l'alto, ma tende a scomparire. Così facendo ci si troverà facilmente in prossimità del punto in cui la strada sterrata passa dal versante orientale a quello occidentale e nel punto in cui un'antica mulattiera che percorre tutta la cresta della montagna interseca la strada sterrata. Ovviamente, se dovessimo trovarci nella mulattiera, baserà risalirla brevemente fino ad incontrare la strada sterrata. Si può raggiungere la sommità della montagna su questa strada o, se si preferisce, seguendo l'antica mulattiera che passa a pochi metri da essa.
Nel caso inverso in cui dal Bruncu Spina si volesse raggiungere l'Arco di Artilai, sarà sufficiente, una volta raggiunto il punto in cui strada sterrata passa nel versate occidentale, scendere decisamente verso il basso ed in breve si incontrerà il sentiero che porta al suddetto Arco.
Ma torniamo alla nostra escursione.
Attraversato l'Arco di Artilai, si cambia versante e si prosegue tenendo il Bruncu Spina alla nostra sinistra. Da questo momento e fino all'Arco di Gennargentu, il percorso è parallelo al Sentiero Bruncu Spina, ad una quota, però, molto più bassa.
Lungo il tragitto abbiamo la fortuna di trovare due sorgenti, di cui una nel sentiero, l'altra in un'area di sosta recintata, con un tavolo e l'ombra rinfrescante degli ontani neri (Alnus glutinosa).
Analogamente possiamo godere dell'ombra che ci offrono vari gruppi di ontani che costellano il sentiero.
Quando ormai ci stiamo avvici-nando all'Arco di Gennargentu incontriamo i ruderi di quello che un tempo fu il Rifugio La Marmora. Fu costruito agli inizi del 1900, ma andò precocemente in rovina, si ipotizza però una sua ricostruzione. A fianco del rifugio c'è un'altra area di sosta recintata, con sorgenti, tavoli e ombra fresca di ontani.
Al Rifugio La Marmora giunge un altro sentiero proveniente dalla vallata sottostante, per la cui descrizione rimando all'apposita pagina (Sentiero Mennula Cara)
Proseguendo ancora, alla nostra destra incontriamo una deviazione da cui parte un sentiero che porta verso il versante occidentale di Punta Su Sciùsciu. Qui c'è la cava da cui furono prelevati i blocchi di granito per la realizzazione del Rifugio La Marmora.
Ancora alcune centinai di metri e siamo all'Arco di Gennargentu, quota 1659 metri s.l.m.
Se ora ci volgiamo indietro, possiamo individuare il percorso fino all'Arco di Artilai.Colgo l'occasione per segnalare (anche se i miei lettori probabilmente l'avranno già intuito) che si può utilizzare questo percorso come ritorno del Sentiero alto Bruncu Spina. Utilizzando la "bretella" che partendo dall'Arco di Artilai collega i due sentieri congiungedosi con la carrareccia che sale al Bruncu Spina. Qui potremmo svoltare a destra e salire nella vicina cima, per poi ridiscendere, dal lato opposto, nei pressi delle piste sciistiche. Oppure andare verso sinistra, seguendo la carrareccia fino alla strada asfaltata.
Dopo aver attraversato l'Arco di Gennargentu, dove confluisce anche il Sentiero basso Bruncu Spina, saliremo in direzione sud-est verso Genna Orisa . Da questo punto la descrizione è, ovviamente, la stessa del Sentiero alto Bruncu Spina.
In breve incontreremo la fonte Erisi, e poi costeggiando il versante orientale di Punta Su Sciùsciu, arriveremo a Genna Orisa (quota 1782 metri s.l.m.). Alla nostra destra troveremo punta Su Sciùsciu (in italiano Il Crollo) e a sinistra, più distante, si potrà intravedere Punta della Croce, ove ci dirigeremo agevolmente su un sentiero con scarsa pendenza.
Dopo una sosta alla Punta della Croce che è pur sermpre uno dei simboli del Gennargentu, proseguendo nel sentiero in prossimità della cresta, ci possiamo dirigere a Punta La Marmora. E' distante circa duecento metri ed è facilmante individuabile per la presenza di un grosso cono di pietre.
Per un chiarimento sulla corretta individuazione topografica e topologica di Punta La Marmora, rimando alla pagina: La scoperta della vera Punta La Marmora.
Affinché questa escursione non ci sembri troppo faticosa, segnalo, per farci coraggio, che lo stesso tragitto è stato percorso dai ciclisti di MTB-forum.it e di Sardinia Mountainbike di Quartu S. Elena (CA) fino a Punta La Marmora!
Questo accadeva nel luglio del 2008.
Quest'anno, il 1° agosto 2010, abbiamo nuovamente incontrato ad Arcu Gennargentu gli amici (mi permetto di chiamarli così) di MTB-forum.it. Si radunavano all'Arco dopo essere discesi da Punta La Marmora per poi dirigersi a Girgini, punto di arrivo (e di partenza) dello loro impresa.
Ormai questa escursione si ripete ogni anno.
Per quella dell'agosto del 2013, propongo questo filmato: Video Escursione al Gennargentu in mountain bike
Dimenticavo di segnalare, nel tratto di sentiero tra Fonte Erisi e Genna Orisa, la presenza di alcune piante piuttosto interessanti: il Crespino dell'Etna (Berberis aetnensis), la Dafne spatolata (o oleacea) (Daphne oleoides) ed infine una specie particolare di Ruta (Ruta lamarmorae), endemismo esclusivo di queste aree che precedentemente era classificata come Ruta sardo-corsa (Ruta corsica).
(01 ottobre 2008)
(Ultima revisione: 24/01/2021)