Escursione al millenario ilixi 'e Canali
Il leccio di Canali (ilixi 'e Canali)
Il leccio di Canali (ilixi 'e Canali)
Il leccio di Canali (ilixi 'e Canali)
Il leccio di Canali (ilixi 'e Canali)
Il leccio di Canali (ilixi 'e Canali)
Il leccio di Canali (ilixi 'e Canali)
La peonia (Paeonia morisii), pianta endemica della Sardegna
L'eliantemo di Moris (Helianthemum morisianum), pianta endemica della Sardegna
Il rosmarino (Salvia rosmarinus già Rosmarinus officinalis)
Le campanelle maggiori (Leucojum aestivum)
Lo sferracavallo comune (Hippocrepis comosa)
Il "millenario" ilixi 'e Canali si trova ad alcuni chilometri di distanza dalla cascata di Middai, per cui può essere visitato nella medesima occasione, così come abbiamo fatto varie volte noi stessi. L'escursione è sostanzialmente la stessa tuttavia, per venire incontro all'amico lettore, riporto la medesima premessa.
Procediamo con attenzione finché individuiamo, sul lato sinistro, una diramazione con una strada sterrata e, qualche metro prima, una piccola area nella quale c'è abbastanza spazio da poter parcheggiare con sicurezza. Lasciamo il nostro automezzo e iniziamo da qui la breve escursione.
Il percorso è piuttosto agevole perché si svolge interamente su una strada sterrata, eredità del lavoro degli antichi carbonai. Si possono individuare facilmente i resti di alcune carbonaie, piccoli spazi pianeggianti di terreno annerito dal fuoco e dai residui di carbone, spesso rinforzati da muretti a secco.
Ci immergiamo nel silenzio del bosco di lecci (Quercus ilex) rotto soltanto dallo stridio di qualche uccello che involontariamente abbiamo disturbato con il nostro passaggio. Abbiamo avuto anche un incontro con una femmina di muflone (Ovis musimon) che, solitaria, percorreva la stessa strada. La sorpresa è stata grande per entrambi, quando ci siamo trovati a faccia a faccia a pochi metri di distanza all'uscita di una curva. L'animale, come mosso da una molla, ha fatto un grande balzo di lato ed è sparito nella boscaglia e noi, pur con la fotocamera a portata di mano, non abbiamo certo avuto il tempo di documentare l'incontro.
La strada, dapprima lontana dal sottostante torrente (Rio Liscerzu nelle carte IGM), si porta gradatamente più vicina, fino scorrere parallela e a breve distanza da esso. Qui possiamo osservare qualche pianta di carpino nero (Ostrya carpinifolia) e qualche vetusto esemplare di ontano nero (Alnus glutinosa).
Seguendo le indicazioni di un cartello, facciamo una piccola deviazione per vedere, a breve distanza dal percorso principale, la sorgente Funtana 'e Canali (Funtana su Canali nelle carte IGM), semi-sommersa dal torrente un po' ingrossato. Nelle vicinanze notiamo una pianta di edera (Hedera helix) che con robusti rami avvolge quasi completamente un albero di leccio (Quercus ilex).
Dopo circa quarantacinque minuti di cammino, non senza aver affrontato una piccola salita, invero non molto impegnativa, intravediamo emergenti sulle altre piante, le fronde dal maestoso ilixi 'e Canali (il leccio di Canali). Siamo a un'altitudine di circa 1050 metri s.l.m.
Di fronte alla grande pianta, un ampio spazio abbellito da alcune peonie (Paeonia morisii) in fiore, ci permette di ammirarla in tutta la sua gigantesca figura, quasi un'esaltazione della forza della natura. Osserviamo subito l'ampio e robusto apparato radicale affiorante dal terreno che gli da una solida base per contrastare l'impeto dei venti, poi il grosso tronco di sei metri di circonferenza, la poderosa incastellatura formata dalle prime ramificazioni formatasi già a pochi metri dal suolo, infine le fronde svettanti verso l'alto per un'altezza di sedici-diciotto metri.
Quel che ci stupisce maggiormente è l'aspetto rigoglioso e sano di questo esemplare di leccio (Quercus ilex) quasi come se fosse un giovane albero, anche se, a giudicare dalle dimensioni, dovrebbe essere una pianta plurisecolare. I carbonai lo hanno risparmiato dall'abbattimento forse per una sorta di rispetto, quasi una tutela per il bosco che doveva rinascere dopo il loro passaggio.
Sulla via del ritorno osserviamo meglio la stretta vallata nella quale si snoda il percorso. La troviamo indicata nelle carte IGM come sa Ucca 'e su oe (la Bocca del bue).
Lungo i margini della strada osserviamo varie specie arbustive, alcune abbastanza comuni come il corbezzolo (Arbutus unedo) e il rosmarino (Rosmarinus officinalis), altre più rare come la timelea (Thymelaea tartonraira) un piccolo arbusto dal fogliame di colore grigio-argenteo.
Tra le piante erbacee si può menzionare l'eliantemo di Moris (Helianthemum morisianum), una piccola cistacea di bei fiori bianchi o rosati e la morisia (Morisia monanthos) una bassa crucifera dai fiori color giallo-oro, entrambe endemiche della Sardegna.
E' piuttosto appariscente lo sferracavallo comune (Hippocrepis comosa), una pianta prostrata ma con le infiorescenze ascendenti, composte da fiori papilionacei color giallo-oro disposti a corona.
Nelle zone umide lungo il torrente, troviamo le campanelle maggiori (Leucojum aestivum), pianta bulbosa con i fiori formati da caratteristiche campanelle bianche ornate da una macchia verde e l'erba fragolina (Sanicula europaea), piccola ombrellifera con le foglie simili a un ranuncolo.
Nel frattempo, però, siamo arrivati alla nostra autovettura e, in breve, raggiungiamo la vicina cascata di Middai.
Termino con una annotazione linguistica riferita principalmente all'espressione "ilixi 'e Canali".
Molte persone che non sono di lingua sarda si saranno giustamente chiesti come si legga la parola "ilixi", provo quindi a dare una spiegazione.
La sillaba " xi " non corrisponde, come avviene in pratica in tutte le lingue, al suono " csi " ma, per un motivo che io stesso ignoro, le due consonanti s’invertono e la " c " assume un suono strascicato simile alla " g ". La pronuncia è analoga alla parola italiana "sci" mettendo però la " g " al posto della " c ". La parola "ilixi" sarebbe quindi da leggere "ilisgi".
Troppo complicato?
La variabilissima lingua sarda offre una soluzione molto più semplice. Infatti, in varie parti dell'isola, si dice semplicemente "iligi" e questa variante, benché non usata da tutti, è da tutti accettata. Quindi, si può tranquillamente parlare di "iligi 'e Canali" sicuri di essere perfettamente capiti, senza alcun problema.
Molto più semplice è invece il problema della sillaba " 'e ". Si tratta della preposizione semplice " de " (" di " in italiano) che ha perso la lettera " d ", come avviene abitualmente nella lingua sarda quando la parola precedente termina con una vocale.
(02 gennaio 2012)
(Ultima revisione: 10/03/2021)
Un tratto della strada sterrata per il millenario ilixi 'e Canali
La cascata di Middai