Paule Mundugia
La caratteristica roccia che da lontano segnala la strada per il monte Mundugia
Lo stagno di Paule Mundugia al massimo del livello, visto da sud
Scorcio dello stagno di Paule Mundugia al massimo livello
Scorcio dello stagno di Paule Mundugia al massimo livello
Lo stagno di Paule Mundugia visto dal lato nord
Lo stagno di Paule Mundugia con il livello dell'acqua che inizia ad abbassarsi...
Le strane rocce dalle innumerevoli forme che circondano il laghetto
Le strane rocce dalle innumerevoli forme che circondano il laghetto
Alcune rocce rievocano strane sembianze animali
Alcune rocce rievocano strane sembianze animali
Altre ancora sono indefinite, così come solo la natura può fare
Per coloro che dovessero percorre la strada provincia-le che da Lotzorai (Nu) conduce agli abitati di Talana e Urzulei (Nu), non sarà difficile notare, in prossimità del decimo chilometro, sulla destra, la roccia dell'immagine a lato. Questa indicazione ci segnala l'ubicazione del monte Mundugia (777 m. s.l.m.) con l'omonima palude nascosta nella parte alta di questa piccola montagna.
Sarà sufficiente svoltare a destra subito dopo il cartello del decimo chilometro per avventurarsi in un'escursione di alcune ore che ci porterà a visitare un angolo nascosto, poco conosciuto, ma dalle caratteristiche uniche.
Abbandonata la provinciale, si dovrà percorrere circa un chilometro su una strada sterrata, svoltando nei due incroci che si incontrano, prima a sinistra e poi a destra, fino a trovarsi in prossimità delle pertinenze di un ovile, presso cui si potranno lasciare gli automezzi e iniziare l'escursione a piedi. Al di la di queste indicazioni, e dei segnali presenti sul posto, ci si orienti considerando che, lasciando alla nostra sinistra la caratteristica roccia che ci era servita da riferimento, bisognerà salire sulla montagna posta di fronte a noi, procedendo in senso antiorario, su una strada serrata visibile a metà del costone.
Colgo l'occasione per segnalare che le indicazioni attualmente presenti lungo il tragitto riportano il termine di "Munduge", mentre in questa descrizione si preferisce utilizzare il toponimo "Mundugia" così come riportato dalla cartografia IGM 1:25.000 e 1:50.000.
Ci si incamminerà a piedi e, dopo aver percorso alcune centinaia di metri, si svolterà a destra su una strada che scende verso un torrente che sarà necessario attraversare, con le dovute precauzioni, camminando sui massi sporgenti dall'acqua.
Superata questa prima difficoltà, si procederà senza molti problemi su uno sterrato che sale sulla montagna aggirandola, come già accennato, in senso antiorario.
Percorsi circa due chilometri, si incontrerà un bivio in prossimità di un tornante ove ci si dirigerà verso destra.
Ancora un cinquantina di metri e sarà facile individuare alla nostra sinistra l'inizio del sentiero. Se questo dovesse sfuggirci, nessun problema, perché poco più avanti la strada finisce e un cartello ci indicherà la corretta direzione da prendere.
A questo punto si sarà giunti a metà del percorso: circa un'ora di cammino per giungere fin qui e altrettanto per arrivare alla conca di Paule Mundugia percorrendo un bel sentiero che segue il tracciato di un'antica mulattiera dei carbonai. A proposito dei carbonai, segnalo che i ruderi che molti avranno notato nella parte bassa del percorso, in prossimità del guado del torrente, sono relativi ad una loro dispensa. Con questo termine venivano indicati i locali che servivano da base logistica alle squadre di carbonai. Tutt'ora i ruderi delle dispense sono abitualmente indicati nelle carte IGM.
Ma torniamo alla nostra escursione.
Seguendo questo sentiero, ben delineato e non eccessivamente difficoltoso, si potrà raggiungere con relativa tranquillità la nostra destinazione.
Tuttavia mi permetto di segnalare due problemi che si possono presentare sopratutto per i meno esperti.
Il primo riguarda il dislivello complessivo dell'escursione che è di circa 400 metri, esso rappresenta quasi un'inezia per le persone abituate all'escursionismo, ma potrebbe creare grosse difficoltà per quelle poco allenate e poco avvezze a camminare lungo un sentiero che a tratti potrebbe loro apparire impervio.
L'altro problema si traduce nella semplice raccomandazione di individuare con certezza e non abbandonare mai il sentiero principale perché ci si troverebbe facilmente immersi in una boscaglia intricata da cui sarebbe poi piuttosto complicato uscirne fuori.
A metà circa del sentiero ci si imbatte in una roccia caratteristica che si distingue fra le tante che si sono incontrate fin dalle prime fasi dell'escursione e della quale riporto la fotografia. L'aspetto immaginario è quello di un'aquila con le ali parzialmente aperte: l'Aquila di Mundugia. Il materiale costituente è un leucogranito rosso simile al porfido che è l'elemento di cui sono formate le rocce dell'intera area.
Il momento più emozionante dell'escursione sarà quando, con il sentiero che procede in leggera discesa, si aprirà improvvisamente davanti a noi la vasta conca di Paule Mundugia con le rocce rosse dalle innumerevoli e strane forme che si rispecchiano nelle tranquille acque del laghetto.
Ovviamente, trattandosi di un invaso stagionale, la situazione cambierà in funzione del periodo. Per cui si potrà trovare la conca al massimo livello, con le acque che si insinuano tra i lecci della boscaglia, oppure con il livello più o meno basso o addirittura completamente all'asciutto. In questi ultimi casi si avrà il vantaggio di una maggiore libertà di movimento all'interno della conca perché la vegetazione tutt'attorno è piuttosto intricata.
Con il livello dell'acqua molto basso si potranno anche osservare, in prossimità dell'area centro-settentrionale, i ruderi di un capanno di caccia, vestigia di un non troppo lontano passato, quando i cacciatori vi si appostavano per sparare a cinghiali e mufloni che ignari andavano ad abbeverarsi nelle pozze d'acqua residue.
Si può anche notare un canale che dal centro della conca procede in direzione di nord-est. E' stato scavato durante le campagne antimalariche per far defluire l'acqua e così contrastare lo sviluppo delle larve della zanzara anofele, veicolo di trasmissione della malaria.
Qualora il livello dell'acqua non lo permetta, si può tuttavia passare alla parte opposta della conca utilizzando un sentiero che attraversa il bosco a breve distanza dalla sponda sinistra del laghetto. In questo caso si avrà la sorpresa di trovare una comoda area di sosta con dei tavoli realizzati con pietre del posto.
Questo sentiero procede da sud-est verso nord-ovest e, attraversata la parte pianeggiante ove sorge il laghetto, permetterà di scendere rapidamente dalla montagna (con un forte dislivello) quasi dalla parte opposta da cui eravamo saliti.
Anche questo sentiero ripercorre il tragitto di un'antica mulattiera dei carbonai, ne sono testimonianza le varie piazzole delle carbonaie che si incontrano lungo la discesa.
Giunti a valle sarà necessario guadare nuovamente il torrente in un punto più a monte rispetto all'andata e, svoltando a sinistra, si raggiungerà rapidamente il punto da cui si era partiti.
Si è volutamente presentata l'escursione seguendo il tragitto antiorario, mi permetto, infatti, di sconsigliare il percorso inverso perché il forte e repentino dislivello da superare in poche centinaia di metri potrebbe creare problemi a più di una persona.
Chiudo con un'annotazione linguistica.
Il termine Paule (o Pauli) è di uso comune in Sardegna ed è ampiamente presente nella toponomastica e nella cartografia. Esso deriva, con ogni probabilità, dal latino palus-paludis (palude, acquitrino). Il significato in sardo è leggermente diverso e indica le aree soggette a un ristagno d'acqua stagionale come nel caso veramente interessante e particolare di Paule Mundugia.
(4 marzo 2010)
(Ultima revisione: 25/01/2021)
Il monte Mundugia (777 m. s.l.m.), l'omonimo laghetto si trova in una conca nella parte alta della montagna
Lo stagno di Paule Mundugia al massimo del livello, visto da sud
Scorcio dello stagno di Paule Mundugia al massimo livello
Scorcio dello stagno di Paule Mundugia al massimo livello
Lo stagno di Paule Mundugia visto dal lato nord
...mentre il Ranuncolo acquatico porta termine il proprio ciclo vitale
Le strane rocce dalle innumerevoli forme che circondano il laghetto
Le strane rocce dalle innumerevoli forme che circondano il laghetto
Alcune rocce rievocano strane sembianze animali
Altre ricordano figure umane
Questa (per chi ci crede!) è l'Aquila di Mundugia che sorveglia il sentiero di accesso