Il tempio Domu de Orgìa
Il mégaron era una struttura architettonica che fu tipica prima della civiltà minoica e successivamente di quelle micenea. Era costituito da una grande sala (la radice megas (μέγας) significa appunto grande) con focolare centrale, nella quale il re riceveva gli ospiti. Si ritiene che dal mégaron sia poi derivata la struttura architettonica del tempio greco arcaico. A noi interessano, in particolare, le piante del templi definiti con termine latino, in antis (con il solo prònao) e in doppio antis (con prònao e opistòdomo).
La civiltà nuragica ci ha lasciato numerosi templi a mégaron che riproducono (escluse le colonne) la pianta dei templi greci in antis e in doppio antis. Questa scelta costruttiva non può essere casuale e testimonia dei forti rapporti che dovevano necessariamente esserci tra la civiltà nuragica e la contemporanea civiltà micenea.
Il tempio a mégaron Domu de Orgìa, sito nelle pendici del monte Santa Vittoria (Esterzili-CA), è stato realizzato secondo la pianta del tempio greco-miceneo in doppio antis. L'edificio, orientato approssimativamente in senso nord-sud, è lungo circa 22 metri e largo 8. E' stato realizzato a secco con pietre del posto, ed i muri hanno lo spessore di oltre un metro. Anteriormente (il lato rivolto a sud) è posto il vestibolo, il prònao (πρόνᾱος) del tempio greco, ricavato dal prolungamento dei muri laterali. Dal vestibolo si accede alla cella (la νᾱός) che è divisa in due ambienti diversi comunicanti con una porta, e che per praticità chiamerò prima e seconda cella. Quest'ultima, che è molto più piccola della prima, costituiva una sorta di sancta sanctorum, la parte più sacra e più recondita del tempio. Posteriormente, un breve prolungamento dei muri laterali forma l'opistòdomo. In questo caso, esso non sembra avere alcuna funzione pratica se non il rispetto di quel principio di simmetria e di armonia accennato in precedenza. Anche le porte di accesso alle celle, slanciate e poste in posizione centrale, sembrano riportare a questo principio. Una panca litica copre internamente l'intero perimetro del vestibolo e delle celle, idonea sia ad accogliere delle persone che per deporre le offerte alla divinità.
Narra una leggenda popolare che questo tempio fosse l'abitazione di una strega malvagia chiamata Orgìa e che qui custodisse un grande tesoro. In effetti il tesoro c'era veramente ed era costituito, oltre che da oggetti e arredi sacri, dagli ex voto dei fedeli, che in parte sono stati ritrovati in prossimità della panca perimetrale durante i lavori di scavo. Quest'ultimi hanno riguardato principalmente la rimozione della copertura a doppio spiovente, realizzata con roccia di scisto e crollata all'interno del tempio. Le opere murarie invece, dopo oltre tremila anni di stroria, sono rimaste pressoché integre, salvaguardate dal forte spessore, dall'utilizzo di grandi conci di forma piatta e allungata e, perchè no, dal rispetto che incuteva questo luogo.
L'area sacra intorno al tempio, chiamata con termine greco témenos (τέμενος) è delimitata da un recinto ellittico con l'asse maggiore di circa 50 metri. L'ingresso all'area sacra era, ovviamente, posto nel lato sud, dirimpetto all'ingresso del tempio.
Il ritrovamento durante i lavori di scavo di alcune monete di epoca romana, testimonia come questo tempio, Sa 'omu de Orgìa, collocato in posizione isolata e a quasi a mille metri di altitudine, sia stato per oltre un millennio un punto di riferimento per sentimento religioso delle popolazioni nuragiche, degli abitanti dei villaggi vicini, dei pellegrini e dei pastori transumanti che percorrevano queste montagne.
Come si raggiunge:
A breve distanza dall'abitato di Esterzili (CA), seguendo la strada provinciale che porta verso il bivio di Escalaplano (CA), si devia a sinistra verso monte Santa Vittoria. Si sale verso la cima della montagna, ove sono presenti altri insediamenti nuragici, e si scende dal versante opposto. Dopo circa 7-8 chilometri dal bivio con la strada provinciale, si arriva al tempio, ben visibile a breve distanza dal lato sinistro della carreggiata.
L'area è recintata, ma il tempio, come già detto, è ben visibile e fruibile anche dall'esterno.
(9 gennaio 2009)
(Ultima revisione: 22/01/2021)