Escursione al Bruncu Spina in inverno
Il punto in cui abbiamo raggiunto la strada sterrata, in questo tratto è completamente sommersa dalla neve
Il manto nevoso in prossimità della cresta della montagna
La recinzione metallica coperta dai cristalli di ghiaccio e gli ammassi di neve nel lato orientale
Al di là della singolare balaustra Punta Erba Irdes e Monte d'Iscudu, al centro il Rifugio montano
Rocce con la caratteristica disposizione dei cristalli prodotta dal vento
La recinzione vista dal lato est
Ancora la recinzione vista dal lato ovest
La mulattiera in un tratto innevato
Le rocce con i caratteristici cristalli di ghiaccio prodotti dall'azione del vento
La mulattiera passa dal versante est nuovamente in quello ovest, andrà ad incontrare, dietro il primo cucuzzolo, la strada sterrata che si nota sulla sinistra
La strada sterrata in prossimità della vetta, a sinistra, poco visibile, c'è la mulattiera
Il tratto di strada prima della vetta è particolarmente innevato e costringe gli escursionisti a camminare sul ciglio destro
In prossimità della vetta mulattiera e strada si separano nuovamente
Ancora la recinzione in prossimità della cima
Siamo quasi in cima, ecco di fronte a noi le antenne radio del Bruncu Spina...
Gli straordinari monoliti di ghiaccio formatisi sulle antenne
Gli straordinari monoliti di ghiaccio formatisi sulle antenne
Il Bruncu Spina, 1828 metri s.l.m. (la seconda montagna della Sardegna) è formato da una cresta lunga circa due chilometri, disposta in direzione nord-sud. Il versante orientale ricade nel comune di Fonni (NU), quello occidentale in quello di Desulo (NU). L'escursione qui presentata presuppone di partire dal versante orientale ove si può giungere facilmente da Fonni (NU) sulla strada asfalta che porta agli impianti sciistici rimasti chiusi per anni ma fortunatamente riaperti alcuni anni or sono.
Una strada sterrata, più volte citata nella narrazione, inizia circa due chilometri prima dei suddetti impianti e sale fin sulla cima dopo essere passata nel versante opposto. Sia il percorso della strada sterrata sia quello dell'escursioni seguono la direttiva da nord verso sud.
Questa descrizione è riferita all'escursione invernale del 14 marzo 2010 dopo le abbonanti nevicate dei giorni precedenti.
Il manto nevoso non è molto spesso e uniforme a causa di un periodo relativamente temperato che aveva provocato il parziale scioglimento delle nevi del primo periodo invernale.
Rimane il vantaggio delle neve ancora fresca che permette che di procedere con una certa sicurezza senza l'ausilio dei ramponi. Forse sarebbero state utili le racchette da neve perché in molti punti si affonda fin quasi all'altezza delle ginocchia.
La strada asfaltata è percorribile fino ad alcune centinaia di metri dallo sterrato che porta alla cima del Bruncu Spina. Qui numerosi appassionati provano a sciare su piste improvvisate mentre i bambini al seguito giocano sulla neve. (Le piste con gli impianti di risalita posti due chilometri più avanti erano allora chiusi).
(Aggiungo, per inciso, che gli impianti sono stati poi riaperti nella stagione 2010-11).
Il nostro intento è, se la situazione permette di farlo con una certa sicurezza, di salire fino ai 1828 metri della cima.
Arriviamo rapidamente fino al noto cancello metallico che segna l'inizio della strada sterrata che porta in vetta. La strada è ovviamente completamente coperta dalla neve, solo il ciglio esterno sembra parzialmente libero.
Dopo un rapido esame della situazione decidiamo di puntare direttamente verso la strada che, dopo aver fatto un largo giro verso destra, riappare circa a mezza costa.
L'ascesa non è eccessivamente difficoltosa, basta evitare gli accumuli di neve ove ci si affonda facilmente fino alle ginocchia. Questa salita improvvisa induce a qualche piccola sosta per riprendere fiato, ma si giunge rapidamente all'altezza della strada sterrata. La seguiamo per qualche centinaio di metri camminando sul ciglio sinistro parzialmente libero dallo spesso cumulo di neve che ricopre la carreggiata.
In breve ci rendiamo conto che questa non è la via migliore per arrivare con sicurezza alla cima. Sappiamo bene che più avanti la strada sparirà sotto lo spesso strato nevoso, proprio nel punto ove il costone si fa più ripido. Ci rendiamo conto della pericolosità della situazione e, individuato il punto più idoneo, decidiamo di puntare direttamente verso la cresta della montagna.
L'ascesa non è difficile, basta evitare, come già detto in precedenza, gli accumuli di neve fresca e, ovviamente, procedere con la massima attenzione, così in breve tempo raggiungiamo la cresta.
Qui ci attende uno spettacolo che non avevamo preventivato.
L'intera cresta del Bruncu Spina è percorsa da una rete metallica, sorretta da pali di legno, che separa il lato est ricadente nel comune di Fonni (NU), da quello ovest del comune di Desulo (NU). Ebbene, la neve ghiacciata sospinta dal vento, accumulatasi sulla rete e sui pali di sostegno, ha formato una sorta di muraglia turrita, come di un castello incantato.
Ancora affascinati da questo spettacolo, individuiamo un varco in un punto divelto della recinzione e passiamo sull’altro versante.
Qui la situazione è completamente diversa, sia per protezione della muraglia formata dalla recinzione ghiacciata sia per l'esposizione a ovest sia perché ci troviamo sul tracciato di un'antica mulattiera, ci ritroviamo a camminare tranquillamente sul terreno pressoché libero dalla neve.
L'antica mulattiera che stiamo percorrendo, presente anche nella vecchia cartografia, attraversa longitudinalmente tutta la cresta del Bruncu Spina, rimanendo, eccetto un breve tratto, a destra della rete, sul versante ovest, lato Desulo (NU).
Arrivati a questo punto possiamo affermare di aver superato la parte più impegnativa dell'escursione e non ci resta che raggiungere la cima camminando "tranquillamente" su questo antico tracciato.
Come già accennato, la mulattiera passa per un tratto nel versante di Fonni (NU) attraverso due varchi lasciati appositamente aperti nella recinzione. Naturalmente questa parte è più innevata, ma lo strato è uniforme, senza accumuli, e non si presenta alcuna difficoltà.
Proseguendo ancora, intersechiamo la strada sterrata che avevamo abbandonato precedentemente, nel punto in cui essa, attraverso un varco nella recinzione, passa nel versante occidentale di Desulo.
Da questo punto i due percorsi proseguono paralleli, l'antica mulattiera in prossimità della rete, la strada sterrata poco distante, più in basso.
Scegliamo di salire nello sterrato e di ridiscendere poi nella mulattiera. Abbiamo così l'occasione per fare un raffronto tra le due vie.
La strada sterrata, essendo stata prodotta con uno scavo meccanico, presenta un margine che provoca un accumulo di neve con l'inclinazione verso l'esterno che costringe l'escursionista a procedere in prossimità del ciglio. Con la neve fresca non ci sono eccessivi problemi, ma quando essa ghiaccia, questo tragitto può diventare piuttosto pericoloso.
Nell'antica mulattiera, non essendo stata soggetta a scavi, vi si forma uno strato uniforme di neve che non crea particolari problemi.
Procediamo su quest'ultimo tratto di strada, che è decisamente in salita, fino ad intravedere di fronte a noi la punta delle antenne radio e, alla nostra sinistra, la piccola croce di ferro che indica la sommità del Bruncu Spina, 1828 metri s.l.m.
Superati alcuni cumuli di neve che si formano facilmente in questo punto, abbiamo la gradita sorpresa di vedere le antenne trasformate in una selva di monoliti di ghiaccio. La consideriamo come una piccola rivalsa della natura su queste opere dell'uomo, di cui non poniamo in dubbio l’utilità, ma certamente un po' invasive lo sono.
La croce ha invece perso il proprio rivestimento di ghiaccio che giace ai suoi piedi, caduto probabilmente solo poco tempo prima.
Ma come spesso succede in montagna, nei pochi minuti necessari per fare alcune foto e scambiare quattro chiacchiere con alcuni escursionisti che ci hanno preceduto, il cielo inizia ad annuvolarsi.
Un ultimo sguardo al Gennargentu davanti a noi (peccato che sia in perfetto controluce), alle maestose colonne di ghiaccio, all'umile croce di ferro e riprendiamo la via del ritorno.
Percorriamo a ritroso il medesimo tragitto dell'andata, eccetto ovviamente la prima parte ove, come già detto, preferiamo passare per la mulattiera, e in poco più di un'ora siamo nuovamente a valle.
Qui, nulla sembra cambiato, ancora gli sciatori che si destreggiano sulle piste improvvisate, le famigliole e i bambini che giocano nella neve.
Ci piace pensare a un paragone tra al mondo un po’ "eroico" che ci siamo lasciati alle spalle e questo ambiente più domenicale, più famigliare. Ma, è proprio vero, nella montagna c'è posto per tutti.
Il termine "eroico" è volutamente esagerato, tuttavia esso serve a richiamare alla mente il concetto che la montagna è un ambiente difficile, da affrontare sempre con la massima serietà e prudenza e con le necessarie conoscenze.
(22 marzo 2010)
(Ultima revisione:24/01/2021)
Il manto nevoso in prossimità della cresta, si noti il grosso cumulo di neve davanti a noi
La recinzione che percorre tutta la cresta della montagna
Particolare della recinzione con il pilastro di ghiaccio che si è formato intorno al palo in legno del sostegno
Il tratto di rete divelta attraversata per passare nel versante occidentale, sullo sfondo il Monte Spada
Ancora rocce coperte di ghiaccio sagomato dal vento
La recinzione vista dal lato ovest
Ancora la recinzione vista dal lato ovest
La mulattiera in un tratto piuttosto innevato
Ancora le rocce con i caratteristici cristalli di ghiaccio prodotti dall'azione del vento
Il punto in cui la mulattiera interseca la strada proveniente dal versante est, la mulattiera dopo l'incrocio proseguirà accanto alla rete, la strada poco più a destra
Per un breve tratto mulattiera e strada convergono sullo stesso tracciato
Un tratto caratteristico della recinzione nella parte alta della montagna
La recinzione, come una grande muraglia, si inerpica verso la cima
Solo negli angoli riparati dal vento si possono formare questi piccoli ghiaccioli
...e alla nostra sinistra la piccola croce di ferro che indica il punto più alto
Gli straordinari monoliti di ghiaccio formatisi sulle antenne
Gli straordinari monoliti di ghiaccio formatisi sulle antenne