Myosotis pusilla - Nontiscordardimé pigmeo - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Myosotis pusilla - Nontiscordardimé pigmeo

Nontiscordardimé pigmeo (Miosotide pigmeo)

E' una piccola pianta erbacea annuale, appartenente alla famiglia delle Boraginaceae, che arriva a un’altezza di 8-10 centimetri.
Il nome della famiglia Myosotis, in greco
μυοσ-ωτίς (mi scuso se qualche browser non riporta correttamente questi caratteri) è un sostantivo femminile che, con riferimento alla forma delle foglie, significa orecchia di topo o, più semplicemente, miosotide. L'epiteto specifico pusilla è invece un aggettivo latino che, relativamente alle dimensioni della pianta, significa: molto piccola, minuscola.
Il nome italiano della famiglia (Nontiscordardimé) è invece legato a leggende e tradizioni popolari europee che le attribuiscono un valore simbolico di fedeltà. L'epiteto della specie (pigmeo) è ovviamente da riferirsi alle dimensioni minuscole della specie.
Le piante sono suddivise fin dalla base in numerosi rami prostrato-ascendenti, a loro volta ramificati. Per questa caratteristica e per la vicinanza di vari individui, si vengono a formare dei piccoli tappeti molto densi e appariscenti per l'uniforme fioritura.
Le foglie basali sono obovate e variano da sessili a picciolate, quelle cauline sono alterne, tendenzialmente lanceolate e sessili.
I fiori sono disposti singolarmente lungo l’ascella delle foglie e in piccole infiorescenze terminali.
La pianta è ricoperta da una lunga peluria dritta, più densa nei calici dei fiori che assumono una tonalità grigiastra.
La corolla è formata da cinque petali bianchi, talvolta sfumati di celeste. Al suo centro, nella fauce, sono presenti cinque piccole gibbosità che formano in una minuscola corona gialla.
La fioritura, per le popolazioni di montagna da noi osservate, avviene a maggio-giugno.
In riferiemento all'area mediterranea, la Myosotis pusilla vegeta in Francia (principalmente in Corsica), in alcune aree degli Appennini e in Sardegna.
Le immagini dello slideshow sono state riprese nelle parti cacuminali dei monti del Gennargentu, dove essa vegeta insieme con altre piccole piante che similmente si sono adattate a vivere in quest’ambiente ostile.

(04 marzo 2011)





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