Chamaenerion angustifolium - Garofanino maggiore
Garofanino maggiore, Epilobio maggiore
(Gambirossi)
E’ una pianta erbacea perenne, Emicriptofita scaposa, che appartiene alla famiglia delle Onagraceae.
La parte basale (quella perennante) è costituita da un colletto legnoso da cui si dipartono le radici e che emette i getti che costituiranno le future piante.
(Nel sito preso in esame, questa parte delle piante è difficilmente accessibile. E' infatti protetta da uno strato di pietre di grosse dimensioni che, molto probabilmente, hanno preservato questa limitata popolazione dalla scomparsa definitiva).
Il fusto si sviluppa protetto dai sassi ed emerge chiaramente solo con l'emissione dell'infiorescenza. Il fusto è eretto, liscio, generalmente di colore rossiccio (da cui il nome comune di Gambirossi), raramente ramificato e solo nella parte alta. La colorazione del fusto si propaga, diventando più intensa, fino a comprendere l'infiorescenza e fino all’ovario.
Le foglie sono sub-sessili, di forma lineare-lanceolata, ad apice acuto e con la base lungamente cuneata o arrotondata. Sono piuttosto lunghe e misurano, mediamente, una quindicina di centimetri. La nervatura è ben evidente e molto particolare. Infatti, le nervature secondarie che si dipartono perpendicolarmente da quella principale, confluiscono in una nervatura perimetrale posta a breve distanza dal margine del lembo formando, in questo modo, una caratteristica filigrana. La nervatura principale, ma anche il margine del lembo, richiamano in parte la colorazione rossiccia del fusto. Il colore è verde nella pagina superiore e glauco in quella inferiore. La disposizione è alterna, sfalsata e alquanto densa per cui il fusto appare uniformemente foglioso.
I fiori sono raccolti in un'infiorescenza apicale che può arrivare a portare molte decine di fiori. Nell'area presa in esame, per motivi legati alla tipologia dell'habitat, i fiori sono solo alcune decine e la lunghezza dell'infiorescenza è, mediamente, di una ventina di centimetri. La disposizione è simile a quella delle foglie: alterna e sfalsata. I pedicelli fioriferi sono lunghi una decina di millimetri e, all'inserzione, portano una brattea lineare, o lesiniforme, procedendo verso l'alto.
I fiori sono tra i più appariscenti e caratteristici della flora sarda. La corolla ha un diametro di trenta-quaranta millimetri. I petali hanno una forma obovoide con una lunga unghia e sono di colore rosa-violaceo molto intenso. Mentre i sepali sono lineari-lanceolati e di colore rosso-porpora ancora più intenso dei petali, rispetto ai quali sono leggermente più brevi. Come si può osservare da alcune immagini, talora i petali e i sepali hanno un colore rosato meno intenso (peraltro molto aggraziato) e appaiono di una tonalità molto simile. Anche lo stigma è molto particolare. Ha i segmenti disposti a croce con l'apice arricciato e, complessivamente, raggiunge un diametro di cinque-sei millimetri. L'ovario che, naturalmente, è infero, misura circa quindici-venti millimetri all'antesi, a maturità si allunga fino a cinquanta-ottanta millimetri.
L'asse dell'infiorescenza, i pedicelli fioriferi, l'ovario e la pagina esterna dei sepali sono uniformemente pubescenti per peli brevi e appressati che conferiscono ai vari organi un aspetto vellutato.
La fioritura è moderatamente scalare e alquanto tardiva, coincide con la fine del mese di luglio e la prima decade di agosto. Nel seppur breve periodo di osservazione, si è potuto costatare che solo una parte limitata di esemplari giunge annualmente alla fioritura. A questo si aggiunge che le piante in fruttificazione difficilmente sfuggono al vorace morso dei mufloni. Se la parte basale non fosse protetta in maniera così poderosa (come è ben evidente nelle immagini allegate) questa piccola popolazione, come già detto, sarebbe probabilmente scomparsa.
Chamaenerion angustifolium, già Epilobium angustifolium, (Garofanino maggiore) è diffuso in tutte le regioni italiane e localmente è piuttosto comune e abbondante. In Sardegna è invece alquanto raro e vegeta solo in limitati siti montuosi.
La descrizione e le immagini allegate si riferiscono a una piccola popolazione individuata sui monti del Gennargentu a circa 1600 metri di altitudine.
(10 dicembre 2015)
(Ultima revisione: 26/05/2021)
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