Punta La Marmora e Perda Crapias - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Punta La Marmora e Perda Crapias

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(Nota: La presente esposizione vuol solo essere un contributo all'analisi linguistica di "Perda Crapias")



      Prima che fosse dedicata al generale Alberto La Marmora
(1789-1863), la cima più alta del Gennargentu era chiamata Perda Crapias. Tuttora quest’antico toponimo è riportato tra parentesi nelle carte IGM, unitamente a Punta La Marmora.
Capita spesso che i nomi delle località siano di difficile e controversa interpretazione poiché la loro origine si perde nella notte dei tempi. Perda Crapias
non lo è da meno, e la ricerca del suo significato è ancor più stimolante perché si tratta della cima più alta della Sardegna.
Questa espressione è composta dal sostantivo singolare Perda
(Pietra, Masso, Roccia) e da Crapias che potrebbe essere sia aggettivo plurale sia sostantivo, ugualmente plurale. In entrambi i casi ne è controversa l’interpretazione del significato.
La prima ipotesi, quella dell'aggettivo plurale, non è poi tanto azzardata se si considera che a breve distanza, nel territorio di Desulo
, abbiamo il toponimo Punta Erba Irdes, anch'esso apparentemente formato da un sostantivo singolare a cui è riferito un aggettivo plurale.
Nell'ipotesi che Crapias
sia un sostantivo, è evidente che manca la preposizione de (corrisponde in italiano alla preposizione di semplice e articolata) che metta in relazione i due termini, tuttavia non è un caso isolato. Analoga mancanza della preposizione si può notare in numerosi toponimi di località vicine del territorio arzanese: Bruncu sa Mura Gessa, Bruncu Cummide Melone, Sedda sa Pruna. (Non sto qui ad approfondire se il fenomeno sia dovuto al cartografo che ha trascritto i nomi o al linguaggio asciutto dei pastori di queste montagne).
Passando a esaminarne il significato, prendo in considerazione due termini che hanno, con una certa probabilità, la stessa radice di Crapias
. Crapi-òni (o crabi-òni), sostantivo che significa caprifico, pur con una piccola differenza che vedremo tra poco. Scrapi-onàu (o scrabi-onàu), aggettivo che significa con i capelli arruffati, riferito a persona o animale.
La doppia trasposizione dei due termini, con la p
e con la b è dovuta al fatto che in questa e in altre aree della Sardegna, esse sono pronunciate strascicate, con un suono intermedio tra le due, dizionari e testi riportano indifferentemente le due varianti. La parola Crapias avrebbe avuto la stessa pronuncia sia scritta con la b che con la p. Al contrario, la p di Perda è occlusiva (o esplosiva) come in italiano, se fosse preceduta da una vocale (ad esempio l'articolo sa, la in italiano) si pronuncerebbe anch'essa strascicata, ma rimarrebbe sempre un p.
Per non appesantire l'esposizione, utilizzerò solo la variante con la p.

Sia crapi-òni
che scrapi-onàu riportano la stessa radice del latino càpre-a (càpre radice, a desinenza) che è la capra selvatica, mentre la capra domestica in latino si diceva capr-a (capr radice, a desinenza), in sardo crab-a o crap-a. Nel passaggio dal latino all'italiano si è verificata la metatesi (o trasposizione) della r, dovuta a eufonia, e la trasformazione della e breve in i: latino càpre-a, sardo cràpi-a (che poi sarebbe il singolare non attestato di càpri-as).
Di conseguenza, crapi-òni
(in italiano, caprifico) significa fico delle capre selvatiche. Scrapi-onàu invece, è aggettivo riferito a persona o animale con i capelli (o peli) arruffati come una capra selvatica.
Una altra analogia deriva dall'espressione sarda scrapionàu de su 'entu (arruffato dal vento). Essa richiama in maniera molto forte l'immagine di una capra selvatica ritta su cime rocciose (come quelle di Perda Crapias) abitualmente battute dal vento. In altre parole il concetto di capra selvatica è legato a quello di un animale con i peli perennemente arruffati a causa delle cime ventose che frequenta.
La traduzione di Perda
non presenterebbe problemi, se non fosse per la cattiva abitudine di tradurre le parole dal sardo all'italiano per assonanze invece che per il loro preciso significato. Quindi non facciamoci trarre in inganno: Perda, in questo caso non significa Pietra, ma Roccia.
Considerato che Perda
equivale a Roccia, considerata l'apòcope della preposizione de e il significato di Crapias, si può concludere affermando che Perda Crapias (Perda de Crapias) significhi: Roccia delle Capre Selvatiche.
In second'ordine, trasponendo questo concetto dal reale al figurato, e considerata anche l'inospitalità del posto, si può parlare anche di Roccia da capre selvatiche
.
Più propriamente, Roccia delle Capre Selvatiche
avrebbe un significato più ristretto e sarebbe riferita alla sola Punta La Marmora. Invece Roccia da capre selvatiche, da considerare come un singolare collettivo come spesso accade in sardo per la parola perda, potrebbe essere rivolta all'intera cresta del Gennargentu, escludendo, magari, Punta Su Sciùsciu che ha una morfologia completamente diversa.
Se così fosse, questo toponimo potrebbe essere derivato dall'abitudine delle capre di radunarsi, nelle ore di sosta e riposo, su delle alture. Questi siti, abituali e ben definiti, sono facilmente individuabili anche in assenza degli animali per i segni lasciati dalla continua frequentazione.
L'attuale Punta La Marmora
potrebbe essere stata uno di questi siti, per cui i pastori del Gennargentu la chiamarono Perda (de) Crapias, Roccia delle Capre Selvatiche.
A titolo di esempio, riporto alcune fotografie che documentano quest’abitudine delle capre, si tratta però di capre domestiche.

 
La successiva pubblicazione della pagina La scoperta della vera Punta La Marmora sembra confermare ulteriormente l'interpretazione del toponimo Perda Crapias come Roccia delle Capre Selvatiche. Infatti, a  causa della conformazione del terreno, Punta della Croce e le aree limitrofe sono poco frequentate dagli animali e poco adatte come aree di sosta e di riposo.
 
Ben diversa è la situazione presso la vera Punta La Marmora, ubicata circa duecento metri più a sud e riconoscibile da un voluminoso cono di pietre. Qui sono presenti ampi prati (principalmente nel versante occidentale) utilizzati nel periodo estivo dagli animali, non per pascolo, ma come aree di sosta e di riposo, anche notturno. Quando poi spirano venti di tramontana, le capre si rifugiano nel vicino versante orientale riparato da questi venti. I segni della frequentazione e degli spostamenti degli animali rimangono inequivocabilmente a testimonianza nel terreno.
 
Tutto ciò conferma topologicamente l'interpretazione linguistica di Perda Crapias e conferma anche che la vera Punta La Marmora è anche la vera Perda Crapias, la Roccia delle Capre Selvatiche.
 
 
 
Per spiegare come mai gli antichi parlassero di capre selvatiche mentre ora si presume che siano solo capre domestiche in libero pascolo, bisogna tornare mentalmente alla non facile situazione dei tempi passati.
 
E' pensabile che gli animali non circolassero tanto liberamente, addirittura fino a pernottare da soli in posti isolati, senza la presenza vigile dei pastori. Infatti, a Punta Paulinu (1792 metri s.l.m.), dove c'è una situazione simile a Punta La Marmora, ci sono, proprio sulla cima, i resti di un antico ovile estivo e in prossimità, al riparo di una grande roccia, il recinto degli animali.
 
Punta La Marmora, in posizione più isolata e più sfavorevole rispetto a Punta Paulinu e poco frequentata dai pastori, rimase il rifugio delle capre rinselvatichite sfuggite alle greggi. Questa situazione dovette perdurare lungamente nel tempo perché le capre selvatiche sono ben più sfuggevoli e scaltre rispetto ai mufloni.
 
Per questi motivi, i pastori che frequentavano le più favorevoli parti basse della montagna indicavano, con un certo distacco, l'attuale Punta La Marmora come Perda (de) Crapias, cioè Roccia delle Capre Selvatiche.

Punta La Marmora (Perda Crapias) vista da sud e, sullo sfondo, Punta della Croce







Che siano state immagini simili a queste ad ispirare ai pastori del Gennargentu il nome di Perda (de) Crapias

 cioè 

Roccia delle Capre Selvatiche?

(18 ottobre 2008)
(Ultima revisione: 24/01/2021)

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