Escursione al monte Corrasi - ATLANTIDES: Miscellanea di Ambiente, Natura, Cultura

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Escursione al monte Corrasi

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Panoramica del monte Corrasi

Vista panormica a 360 gradi della parte alta del monte Corrasi



Punta Carabidda vista dalla strada sterrata. In primo piano un boschetto di lecci

L'ultimo tratto della strada sterrata. Sulla destra Punta Carabidda

Punta sos Nidos. Al centro una parte del pianoro di Pradu

Il Monte Corrasi visto da Punta sos Nidos. Al centro il pianoro di Pradu

Panorama dalla cima del Monte Corrasi

Un gruppo di rocce che richiamano figure umane


La vallata di Pradu (coperto a destra). Sullo sfondo i monti di Dorgali (NU) e la S.S. 125


Il pianoro di Pradu. In primo piano i ruderi di un vecchio ovile


La cima di Punta sos Nidos. Sullo sfondo Punta Ortu Camminu e Punta Carabidda. Si nota la nebbia che arriva


Un tasso (Taxus bacchata) in una insolita posizione...


Uno splendido esemplare di acero trilobo (Acer monspessulanus)


Un esemplare di gattaia di Sardegna (Nepeta foliosa) sulla cima del Corrasi


La campanula di Forsyth (Campanula forsythii) è una bella specie rupicola

La peonia sardo-corsa (Paeonia corsica) è tipica del Gennargentu, ma qualche bel esemplare si trova anche sul Corrasi

Il pruno prostato (Prunus prostrata ssp. prostrata) è una specie rupicola caratterizzata dai bei fiori rosa e dai piccoli frutti rossi

L'eliantemo di Allioni (Helianthemum oelandicum ssp. allionii) è un raro endemismo sardo-siculo

La vedovina vellutata (Scabiosa holosericea) non è una specie endemica ma è alquanto rara in Sardegna...

La camarezza sarda (Centhrantus amazonum), una Valerianacea rupicola, cresce esclusivamente su questa montagna ed è protetta secondo le convenzioni internazionali recepite dall'Italia

       Per intraprendere un'escursione al monte Corrasi, il punto di riferimento d'obbligo è la cittadina di Oliena (NU) che è adagiata alla base di questa montagna.
Giunti a Oliena provenendo da Nuoro, abbiamo qualche difficoltà a trovare la strada per salire al monte che si trova alla parte opposta dell'abitato. Per fortuna, alcune gentilissime persone dl posto ci aiutano a trovare la via giusta.
Il bivio per il monte Corrasi è presso le ultime case dell'abitato a un'altitudine di circa 440 metri, immaginiamo che ci attenda un bel dislivello da superare con le nostre auto. La strada s’inerpica, fin da subito, lungo i fianchi della montagna con una lunga serie tornanti. Ne abbiamo contato venticinque, ma son così tanti che potremmo esserci sbagliati. Tuttavia, il fondo stradale, parte asfaltato, parte in cemento, ci è sembrato in buone condizioni, per cui non abbiamo alcun problema. Dopo circa sette chilometri, quando l'asfalto è finito e ci troviamo nel tratto finale sterrato, pensiamo di parcheggiare le nostre autovetture in corrispondenza di una sorta di rotatoria. Ci troviamo a un'altitudine di mille metri esatti e ci sembra il posto ideale per iniziare l'escursione. Notiamo che alcuni "temerari" proseguono con i fuoristrada fino alla fine dello sterrato, distante circa due chilometri.
Andando a piedi ci sentiamo più rilassati, osserviamo il paesaggio sottostante, le imponenti pareti calcaree di fronte a noi, i ruderi di alcuni vecchi ovili e le maestose piante di leccio (Quercus ilex). Ci fermiamo anche a fotografare alcune piante erbacee che attirano la nostra attenzione.
Dopo circa quarantacinque minuti di cammino, la strada termina quasi all’improvviso, all'uscita di una curva, in una vasta piazzola di sosta a milleduecento metri di quota esatti. Alla nostra destra, una piccola Madonnina posta in una nicchia nella roccia da il benvenuto.
Lo spettacolo che ci si pone dinanzi è veramente straordinario. Ci troviamo, infatti, ai bordi di un vasto anfiteatro naturale che ho cercato di cogliere con la foto panoramica che propongo.
La fotografia copre un angolo di quasi 360 gradi e, per una maggior comprensione, chiarisco che i due punti estremi dell'immagine riportano sulla medesima piazzola di sosta e distano tra loro solo poche decine di metri.
Di fronte a noi si apre una vasta conca il cui centro ideale, non chiaramente visibile da questa posizione, è costituito da un vasto campo perfettamente pianeggiante che visiteremo in una delle prossime escursioni. Nelle carte IGM è indicato come Pradu che corrisponde all'italiano Piano (o Pianoro).
Alla nostra destra si eleva la vasta sagoma della cima più alta (1463 metri s.l.m.) quella che nella carte IGM è indicata propriamente come Monte Corrasi. Comunemente, invece, si designa con questo toponimo l'intero complesso montuoso.
Immediatamente alla nostra sinistra si eleva Punta Carabidda (1321 metri s.l.m.) che a causa della distanza ravvicinata appare come la cima più alta.
Subito dopo, separata da una vasta sella, si osserva, in posizione più centrale, Punta sos Nidos (1348 metri s.l.m.).
Questi sono gli elementi orografici principali, tutti chiaramente visibili nella foto panoramica, nella quale s’intravedono anche alcuni dei sentieri per giungervi. Questo particolare è piuttosto importante per un normale escursionista, perché sul monte Corrasi il terreno è piuttosto ostico quando non decisamente impervio.

La nostra prima escursione non può che essere verso la cima più alta, il Monte Corrasi vero e proprio. Il relativo sentiero per giungervi è chiaramente visibile sulla destra.
Partendo da una quota di 1200 metri e dovendo raggiungere la cima a 1463 metri, teoricamente l’escursione ci sembra poco più che una passeggiata. Sappiamo bene che ci sono anche delle difficoltà. Ad esempio l'assenza di alberi, per cui si dovrà camminare sempre al sole. Oppure il terreno sassoso che logora gambe e caviglie. Non è da sottovalutare completamente neanche il dislivello di 263 metri che è da superare in un tratto piuttosto breve nella parte finale dell’escursione.  
Ci incamminiamo e, in considerazione della relativa brevità del percorso, ne approfittiamo per compiere alcune deviazioni. Particolarmente interessante è, nella prima parte del percorso, il lato destro ove si aprono improvvisamente davanti a noi alcune piccole vallecole. Sono veri e propri angoli nascosti e isolati dal mondo, ricchi di specie vegetali. Osserviamo grandi massi dalle strane forme e alberi aggrappati alle rocce in posizioni quasi impossibili.
Non ci sfugge una piccola scaglia di ossidiana che testimonia della frequentazione da parte dell’uomo di questi ripidi costoni fin dall’epoca neolitica.  
Man mano che si sale ci si può voltare indietro a osservare e fotografare da un diverso angolo di visuale Punta Carabidda e la vicina Punta Ortu Camminu alta 1331 metri, (non visibile dalla posizione di partenza) e Punta sos Nidos. Anche il pianoro di Pradu è ora ben distinguibile in tutta la sua estensione.
Arriviamo così, non senza un po' di fatica nella salita finale, alla quota 1464 metri della cima del monte Corrasi che, sostanzialmente, è un grosso spuntone roccioso che domina l'ambiente circostante.
Da qui si può ammirare un vasto paesaggio disteso per 360 gradi. Dapprima è chiaro e nitido, per poi dissolversi, man mano che si allunga lo sguardo, nella foschia. Un fascino particolare l’hanno i boschi che crescono sulle falde della montagna che sembrano essere posti proprio sotto i nostri piedi.
Dopo una breve sosta prendiamo la via del ritorno non senza qualche piccola deviazione, ad esempio per ammirare alcuni splendidi esemplari di tasso (Taxus bacchata). Abbiamo misurato la circonferenza e calcolato il diametro del maggiore di essi, sono ottantanove centimetri che corrispondono alla venerabile età di circa 900 anni.

La seconda escursione è dedicata all'ascesa a Punta sos Nidos passando per il pianoro di Pradu. Il sentiero per giungervi è chiaramente visibile sul lato sinistro della piazzola di sosta.
Il pianoro di Pradu si trova a circa 1130 metri di altitudine, per cui il sentiero procede in leggera discesa. Giungiamo così alla piccola piana, che si trova leggermente spostata sulla destra rispetto al sentiero principale, e si apre di fronte a noi in maniera improvisa. Certamente non avremmo pensato di poter trovare nel suolo roccioso e impervio del monte Corrasi questo tratto pianeggiante. Nel periodo primaverile si copre di una densa vegetazione erbacea nella quale predominano i colori azzurro e giallo, rispettivamente, della gattaia di Sardegna (Nepeta foliosa) e della crespolina maggiore (Santolina insularis).
La prima è un’erba aromatica, alta fino a 50-60 centimetri, ampiamente diffusa da Pradu fino alla cima del Corrasi. E’ una specie endemica esclusiva di queste montagne e può essere considerata il suo simbolo.
La seconda è un’erba dal forte odore aromatico che, nel periodo della fioritura, forma vistosi pulvini emisferici coperti dai fiori color giallo-dorato. E’ un endemismo della Sardegna ed è anch’essa diffusa fino alla cima del Corrasi.
Che la località di Pradu sia un sito ameno e favorevole lo testimoniano anche i numerosi ruderi di antichi ovile presenti nel pianoro e nei intorni. Individuiamo anche un ovile costruito di recente e ancora in uso, anche se, sembra di capire, solo stagionalmente.
Esploriamo tutta l'area in cerca di qualche pianta interessante o altre curiosità. Troviamo, in una vallecola adiacente, un bell'esemplare di acero minore (Acer monspessulanum) con una circonferenza del tronco (abbastanza ragguardevole per questa specie e per queste condizioni ambientali) di quasi due metri. Non ci sfuggono neanche alcuni vasconi ricavati nella roccia che tuttora raccolgono l'acqua utilizzata dai pastori per abbeverare gli animali. Ci viene da pensare che, su questa montagna, la vita dei pastori non debba essere mai stata tanto facile.
Decidiamo infine di salire fino a Punta sos Nidos che si erge davanti a noi. Il dislivello da superare è di soli duecento metri i quali, tuttavia, considerato l'aspetto della montagna, non ci sembrano dei più facili. Non ci avventuriamo quindi in un'ascesa diretta.  Preferiamo invece ripercorre a ritroso il sentiero per giungere a Pradu finché non incontriamo, sulla destra, una diramazione per Punta sos Nidos.
Inizialmente il cammino procede tranquillo e spedito seguendo il sentiero. Attraversiamo un piccolo pianoro simile a quello di Pradu, sul bordo del quale notiamo un'altra effigie sacra, e ci dirigiamo verso la sella che separa le cime Punta Carabidda e Punta Ortu Camminu da Punta sos Nidos. Purtroppo il sentiero sparisce gradatamente sotto la coltre di roccia che costituisce la montagna e ci ritroviamo a saltare da uno spuntone di roccioso all'altro. Fortunatamente la cima è ben visibile di fronte a noi e non resta che trovare la via meno impervia per salirvi. Procediamo tenendoci un po' sulla destra dove ci è parso di intravedere una via migliore. Ogni tanto qualche mucchietto di pietre ci segnala che altri prima di noi avevano scelta questa direttiva. Arriviamo così alla cima che è segnalata da un piccolo cono di pietre. Abbiamo impiegato circa un'ora e mezza per salire dal pianoro di Pradu.
Facciamo appena in tempo a osservare il vasto panorama, riposarci un po' e riprendere qualche fotografia che dal lato est, in direzione del mare, sale una densa foschia che raggiunge velocemente al cima.
Non ci resta che scendere rapidamente a valle verso la piazzola di sosta che raggiungiamo in meno di un'ora. Seguiamo un tragitto più a monte rispetto al sentiero all'andata e attraversiamo anche un altro pianoro che si estende sotto Punta Carabidda e Punta Ortu Camminu.

Il monte Corrasi non è solo escursionismo, paesaggi e pareti a strapiombo, è anche uno scrigno che custodisce numerose specie vegetali, alcune delle quali esclusive di questa montagna. Alcune sono state già citate nel corso dell'esposizione, ne aggiungo delle altre che considero tra le più interessanti. Tutte, ovviamente, sono state osservate e documentate di persona.
La specie arborea più interessante è il ranno di Sardegna (Rhamnus persicifolius). E' un albero endemico esclusivo della Sardegna che mai ci saremo aspettati di trovare sul monte Corrasi che, come si può presumere dalle immagini, rimane arido per lunghi periodi dell'anno. Abitualmente cresce in ambienti tendenzialmente umidi e lungo le sponde di torrenti e rigagnoli. La sua presenza sul Corrasi, in ambiente praticamente rupicolo, potrebbe essere spiegata col fatto che le radici delle piante, infilandosi tra le fessure delle rocce calcaree, raggiungono un sostrato umido che si mantiene tale anche durante i periodi di siccità, protetto dalla coltre di roccia.
Tra le specie erbacee ha un certo rilievo un endemismo sardo-siculo, l'eliantemo di Allioni (Helianthemum oelandicum ssp. allionii), una bella Cistacea dai fiori gialli che vive sulle rocce in condizioni quasi impossibili.
Oppure anche la campanula di Forsyth (Campanula forsythii), altra pianta rupicola esclusiva della Sardegna che colora le rocce con i suoi bei fiori azzurro-violacei.
Cresce invece sul terreno, più umile e nascosta, l'iberide (Iberis integerrima), rara pianta endemica esclusiva della Sardegna, caratterizzata dalle infiorescenze globulose di fiori bianchi.
Il colchico portoghese (Colchicum lusitanum) è invece una pianta geofita dai fiori roseo-violacei venati a scacchiera che hanno la caratteristica di spuntare dal terreno prima dell'emissione delle foglie, anche in piena estate, stimolati da occasionali piovaschi.
Ci sono, infine, due specie che costituiscono (in senso figurato) un po' il fiore all'occhiello del monte Corrasi (l'espressione è abusata ma in questo caso ben attinente). Sono una valeriana rupicola, il Centranthus amazonum e il ribes sardo (Ribes sardoum), due piante rarissime iscritte nel libro rosso delle specie da proteggere.  Sono esclusive del monte Corrasi e vivono in un areale limitato, nascoste tra gli anfratti di questa montagna.

Concludo questa breve pagina sul monte Corrasi ricordando che quanto descritto e documentato con le immagini, rappresenta sola una piccola parte degli aspetti escursionistici, paesaggistici, naturalistici e umani che può offrire questo complesso gruppo montuoso.

(26 marzo 2012)

(Ultima revisione: 25/01/2021)

La strada sterrata finale. Sullo sfondo Punta Carabidda

Punta Carabidda e Punta Ortu Camminu. A sinistra la piazzola di sosta, in basso a destra, Pradu

Punta Carabidda, Punta Ortu Camminu e Punta sos Nidos. Al centro un tratto di Pradu

Il Monte Corrasi visto dal sentiero per raggiungerlo

Da una sorta di balcone naturale si può osservare la leccetta sottostante

Un altro gruppo di rocce svettanti verso il cielo

Il pianoro di Pradu. In primo piano alcune piante di gattaia di Sardegna (Nepeta foliosa)

Il tratto finale della salita per Punta sos Nidos

Da Punta sos Nidos si può ammirare anche questo spettacolare costone roccioso

... ma anche questo ranno di Sardegna (Rhamnus persicifolius) non è nel suo habitat  ideale

Un bel cespuglio di crespolina maggiore (Santolina insularis) sulla cima del Corrasi

Un raro esemplare a fiori bianchi (apocromatico) di gattaia di Sardegna (Nepeta foliosa)

La stellina di Sardegna (Asperula pumila) è una specie rupicola esclusiva della Sardegna

La piombaggine (Plumbago europaea) è una specie poco diffusa, caratterizzata dal calice ricoperto da peli glandulari.

Il colchico portoghese (Colchicum lusitanum) fiorisce prima di emettere le foglie  tra quelle secche dell'anno precedente

L'iberide (Iberis integerrima), raro sul monte Corrasi, è una specie endemica esclusiva della Sardegna

...il marrubio comune (Marrubium vulgare) è invece una specie comune, tuttavia questo esemplare trovato 1300 metri di quota, attira la nostrra attenzione

Il ribes sardo (Ribes sardoum) cresce esclusivamente su questa montagna ed è protetto secondo le convenzioni internazionali recepite dall'Italia

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